Avvocati 4.0

Intelligenza Artificiale e Risk Management

Una nuova frontiera per le Banche, le piccole/medie imprese e la consulenza legale.

 

1. Premessa: definizioni e concetti chiave.

Con AI, Artificial Intelligence, si intende il  ramo della computer science che si occupa dello sviluppo di sistemi Hardware e  Software capaci di compiere  autonomamente attività che prima erano di  competenza esclusiva dell’essere umano. Il termine Risk Management, invece, indica  un processo aziendale per la gestione  completa ed integrata dei rischi delle  imprese, che si concretizza in attività  sistematiche dirette all’individuazione e al  monitoraggio di questi rischi, tanto  potenziali che concreti. 

Ebbene cosa hanno in comune questi due  concetti così innovativi? 

Per meglio comprenderlo è opportuno  guardare più nel dettaglio come si declina  il Risk Management tanto nel mondo degli  Istituti Bancari quanto in quello più  squisitamente aziendale. 

Ed infatti il Risk Management nelle Banche assume una connotazione del tutto  particolare, soprattutto da quando  l’operatività degli Istituti di credito ha  subito un importante battuta di arresto a  causa della crisi del credito e della  recessione globale e, da ultimo, con il Covid-19, ovvero a causa di eventi che  hanno complicato le funzioni di Risk Management complicando la previsione  concreta degli elementi di rischio. Oggi, infatti, la gestione del Risk  Management è diventato il punto focale  nella costruzione della strategia del  business aziendale, anche di sviluppo, e  per la sua delicatezza e centralità richiede,  da parte di tutti gli operatori, una grande  conoscenza e professionalità. Perché i  danni da rischi operativi possono essere  devastanti, non solo in senso finanziario,  ma anche in termini di impatto  complessivo sull’attività della banca. Non esistono quindi scuse e nonostante la nuova complessità generale, nessuno può esimersi dall’impiegare tutte le  risorse disponibili per controllare tali  rischi. 

 

2. Risk Management e Banking:  l’importanza della consulenza legale

Visto il livello di imprevedibilità raggiunto  dal Rischio, per ottimizzarne al meglio la  gestione gli Istituti Bancari dovrebbero  sempre avvalersi della competenza di  operatori del settore in grado, con il loro  intervento, di compiere una valutazione  completa dei diversi profili del Risk Management, ovvero nell’identificare i rischi e sviluppare delle strategie per  evitarli e governarne il controllo. 

Tra queste figure un sicuro punto di forza  è rappresentato dai consulenti legali che  con la loro conoscenza normativa e un  solido track record nella gestione possono  aiutare gli Istituti bancari a muoversi con  confidenza tra tutti gli aggiornamenti  normativi. 

Ed invero il consulente legale può, tra le  altre, realizzare per la banca dei modelli di  organizzazione e gestioni ai sensi del D.lgs.  231/2001 “protocolli aderenti alla realtà  bancaria”, che permettano di applicare con  razionalità tutti quei complessi normativi che, se violati, possono costituire fonte di  responsabilità, anche penale, per la banca. 

Non a caso, negli studi focus nella gestione  del credito e nell’assistenza alle banche,  come il nostro, il tema del Risk Management è sempre stato centrale e volto a limitare, se  non addirittura a prevenire, l’insorgenza dei rischi attraverso un articolata attività di due diligence finalizzata ad individuare le  aeree operative della banca maggiormente esposte o interessate dai profili di rischio. Sul tema di primaria importanza è – soprattutto per quanto concerne il settore  degli NPE – l’analisi della documentazione bancaria in quanto in grado di fornire una  valutazione completa e veritiera della  recuperabilità del credito e della sua  sicurezza in termini legali e, quindi, per chiedersi dove, in questo contesto, si possa  collocare l’AI. 

 

2.1. AI e gestione degli NPL 

Come abbiamo detto nella premessa, la  crisi del credito, la recessione globale e il  Covid-19 hanno trasformato la tradizionale  operatività delle banche. 

Oggi, infatti, grazie all’enorme  disponibilità di dati le reti esterne e interne  possono essere esaminate in modo più  dettagliato e accurato. Ma allo stesso  tempo si è anche creato un problema  completamente nuovo, poiché questi dati  non si presentano in forma organizzata e di  conseguenza occorre un nuovo asset  informatico per gestirli.  

Le tecnologie di AI consentono alle Banche,  al pari di qualsiasi altro soggetto aziendale  interessato, di verificare e analizzare velocemente un elevato numero di dati e di  realizzare rapidamente approfondimenti  per proteggersi dalle perdite e/o per aumentare il ROI dei propri clienti. 

Sfruttando set di dati così ampi e  complessi, gli Istituti possono sviluppare  modelli di rischio più accurati rispetto a  quelli basati su analisi statistiche standard. 

Questo è un fattore chiave che spinge tutte  le istituzioni finanziarie e le banche a  sfruttare l’AI nei loro processi di rischio e  conformità. Nel reporting normativo, è  emerso che le principali aree di utilizzo  dell’AI sono quelle della gestione e  autenticazione dei dati, la certificazione dei  risultati in base a criteri preimpostati e grosse moli di dati da elaborare, come nel  caso della documentazione che  accompagna le sofferenze bancarie (NPLe  UTP), ed ecco perché è proprio in questo  ambito che può rappresentare una  rivoluzione nella gestione. 

Infatti, ogni sofferenza è corredata da un  insieme di documenti necessariamente  sottoposti alla visione dell’asset manager dell’Istituto di Credito, indispensabile per  una compiuta valutazione della  recuperabilità del credito: avvisi di  vendita, contratti di finanziamento,  garanzie ipotecarie, sono soltanto alcuni  esempi di questa mole di documenti che  accompagnano un credito in sofferenza.  Pertanto, il loro corretto esame e una  precisa disamina richiedono moltissimo  scrupolo da parte del professionista. 

Ed è qui che interviene l’AI, con l’obiettivo di analizzare in maniera automatica la  rilevanza e la completezza della  documentazione legale, attraverso  l’utilizzo di appositi software. 

Pertanto, l’AI rappresenta una nuova  frontiera per l’organizzazione  documentale degli NPE, con la  consapevolezza, però, che essa sarà uno  strumento per il consulente legale e non il  suo sostituto. 

 

3. Risk management e piccole medie  imprese: l’importanza della consulenza  legale 

Non solo per le Banche sono stati anni  difficili, ma anche per le piccole medie  imprese. 

Le aziende si misurano costantemente e  ogni giorno con le incertezze dei mercati che, a seconda di come vengono affrontate,  possono costituire un pericolo o  un’opportunità di crescita. 

E anche in questo caso, così come abbiamo  visto succedere per gli Istituti di Credito,  l’individuazione e la gestione del rischio richiede un’analisi completa di tutti gli  aspetti che riguardano l’azienda e le sue  relazioni con il mercato. 

Queste considerazioni sono state alla base  della scelta di definire una procedura  standard di identificazione e valutazione  dei rischi, racchiusa oggi nella Norma ISO  31000. 

Ed anche in questo contesto dirimente può  essere l’intervento del legale che, grazie  alla sua consulenza, può offrire una  gestione nel controllo dei processi aziendali e nella conduzione dell’impresa  coniugando la pluralità di competenze  specialistiche con la visione d’insieme delle  variabili critiche aziendali. 

L’obiettivo, infatti, della consulenza legale  è sempre stato quello di proteggere le  imprese e il loro valore preservando, così,  anche il tessuto sociale e creando, al  contempo, nuova stabilità. 

Tuttavia, ad oggi, il tema della gestione del  rischio risulta ancora poco presente nelle  piccole/medie imprese italiane,  considerato che ancora meno della metà  ritiene prioritario l’introduzione di un sistema di gestione e controllo dei rischi. 

Pertanto, stante questo scetticismo, l’intervento del consulente legale risulta  quanto mai essenziale per offrire una soluzione di gestione della vita aziendale. In particolare, nella gestione della  contrattualistica “Contract Management”, il legale può garantire che tutti i rapporti  contrattuali con i soggetti coinvolti in tutte  le attività dell’impresa siano governati in  modo ottimale, assicurando un risparmio  di spesa e di ottimizzazione delle risorse. 

Infine, anche attraverso l’audit interno il  legale può svolgere un controllo del grado  di conformità dell’attività svolta  dall’impresa alla normativa vigentegarantendo un costante aggiornamento e  applicazione delle disposizioni rilevanti  prevendendo rischi di contezioso. 

 

4. “AI” e il default delle imprese 

L’applicazione di soluzioni di intelligenza  artificiale alla previsione delle crisi  aziendali potrebbe permettere – anche in  questo caso – una salvaguardia maggiore del valore aziendale. 

Per esempio, negli ultimi anni sono stati  sviluppati modelli predittivi della crisi  tramite algoritmi di AI, utilizzati  prevalentemente nel settore finanziario,  che consentono una capacità predittiva  affidabile anche nel lungo termine. 

Tuttavia, questi strumenti hanno un costo  che molte piccole e medie imprese non possono permettersi, ovvero non ritengono  necessario. 

Ad oggi, quindi, l’unico vero strumento a  disposizione delle PMI per prevenire la  crisi è il neo-codice della crisi d’impresa. Il codice obbliga, infatti, gli imprenditori a  rilevare eventuali squilibri di carattere  patrimoniale o economico-finanziario,  rapportati alle specifiche caratteristiche  dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta per consentire di intervenire quando  ancora il default non sia cristallizzato. E proprio per prevenire, anche in questo  settore diventa centrale e primaria una  consulenza legale valida ed efficace ed in  quanto tale in grado di rendere davvero  efficace il rimedio del legislatore. 

Quindi, se da un lato l’AI può aiutare il professionista ad ottenere una valutazione  oggettiva della situazione economica e  finanziaria dell’azienda, tramite la rapida  lettura dei dati a disposizione, il consulente  legale, dall’altro, è fondamentale per  identificare la strategia più opportuna per  affrontare in modo mirato ed ottimale lo  specifico stato di crisi dell’impresa. 

Infatti, grazie all’AI, nel tempo, abbiamo  potuto esaminare ed analizzare, con più  facilità, le situazioni finanziare delle  imprese per valutare opportunamente lo  stato di crisi e quindi facilitando il compito  del consulente legale di trovare una valida  e duratura soluzione al problema. 

Alla luce di quanto sopra, quindi, risulta  evidente quanto le aziende, ed in  particolare le piccole medie imprese,  abbiano la necessità di avere al loro fianco  una figura professionale in grado anche di  manovrare le soluzioni tecnologiche fornite dall’AI per assicurare all’azienda di  saper identificare la migliore strategia da  attuare per evitare possibili default. 

 

5. Conclusioni. 

Non è facile stabilire e definire stabilmente il ruolo dell’AI per le Aziende e per le Banche.

Da quanto detto, sicuramente emerge che  l’AI rappresenta un valido aiuto per  analizzare dati in tempo reale,  ottimizzando le risorse utilizzate. 

Tuttavia, pur essendo in uno scenario  supertecnologico in cui la macchina è uno  strumento sostanziale, la componente  umana resta centrale. 

Sicuramente, in azienda ed in banca la  gestione dei dati con l’AI facilita la capacità  di apprendere rapidamente e  dettagliatamente la strategia utile ad  arrivare alla soluzione di un problema,  ponendosi quale ausilio pratico per il consulente legale. 

Ad ogni buon conto, il vero tema che le  aziende e le banche devono affrontare in  tempi celeri non è tanto l’investimento  tecnologico quanto la consapevolezza della  sua utilità, comprendendo meglio i  benefici dell’AI e non diffidare sul fatto che  il Machine Learning non intende sostituire  il consulente legale, piuttosto ottenere il  massimo rendimento delle sue  competenze.  

Infatti, le potenzialità che ci offre in termini  di risultati, efficienza e qualità del lavoro  sono senza dubbio enormi, a patto che  venga gestita con responsabilità con il  supporto di consulenti legali qualificati. 

Pertanto, l’AI estenderà sempre più la  nostra capacità di calcolo, così come il  Machine Learning con gli algoritmi  predittivi consentirà alle macchine di  agevolare l’aiuto dei professionisti, ma nel  più prossimo futuro il ruolo del consulente  legale resterà fondamentale perché solamente lui sarà in grado di garantire che  l’applicazione dell’AI al Risk Management sia valida efficace e costruttiva, rispettando  l’identità di ciascun operatore del mercato.

 

Avv. Livia MANNOCCHI
Partner MFLaw
Roma

Dott. Mirko Martini
Associate MFLaw
Milano

 

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