Avvocati 4.0

Avvocati a prova di futuro

Gli avvocati sembrano aver scoperto il potenziale di sviluppo delle tecnologie blockchain per il mercato dei servizi legali, ed approdano nel metaverso.

 

1. L’ecosistema metaverso: un viaggio nel futuro

Oramai è noto, l’evoluzione digitale non è più un’alternativa per il mondo dei servizi legali.

La pandemia, infatti, ha accelerato il processo di digitalizzazione della professione consentendo agli avvocati di crescere in termini di produttività ed efficienza attraverso l’adozione di software e tecnologie di ultima generazione.

Non può sorprendere quindi – o meglio, non più di troppo – sentire associare concetti come avvocati e Metaverso, ovvero questa nuova dimensione parallela a quella reale, con i colori e le forme di un videogame ma dove il fine non è sicuramente quello di giocare.

Caratteristica fondamentale di qualsiasi Metaverso, infatti, è proprio la cancellazione dei limiti spaziali, sostituiti da uno spazio virtuale dove poter svolgere attività produttive secondo regole di funzionamento del tutto nuove ed ancora da scoprire.

Tuttavia, proprio per l’incidenza che potrebbe avere questo mondo smaterializzato su quello reale, è fondamentale regolamentare attentamente il suo funzionamento e far accompagnare – o, meglio ancora, anticipare – qualsiasi novità che ne deriverà dall’acquisizione di specifiche competenze affinché i professionisti che vi operano possano affrontare le vicende della realtà virtuale con la medesima competenza e preparazione applicate alle controversie del mondo reale.

E sebbene il Metaverso sia solo all’inizio della sua potenziale crescita, già promette di offrire a quanti avranno la lungimiranza di coglierne la portata evolutiva nuove e importanti occasioni di sviluppo del business e di crescita professionale.

 

2. Le tecnologie a supporto della professione legale: smart contract e blockchain come strumento di crescita.

Se pensare ad un mondo virtuale in cui poter lavorare mentre comodamente seduti alla propria scrivania e impegnati a scrivere un atto sembrava impossibile, con l’avvento del metaverso non è più così.

Perché oggi il metaverso esiste ed è un’alternativa a cui stanno approdando diverse realtà imprenditoriali, tra cui gli studi legali.

Quale che sia il metaverso il suo funzionamento è regolato da una blockchain[1] che consente di scambiare asset di qualsiasi tipo direttamente, senza intermediari, solo utilizzando la tecnologia.

Ma senza calare la fattispecie in esame in un caso concreto l’argomento potrebbe risultare toppo ostico.

Un chiaro esempio di tecnologia blockchain applicata al settore legale, sono gli smart contract[2] che, tra le altre cose, hanno consentito di automatizzare il processo di redazione dei contratti rimettendo alla corretta implementazione di determinati input, o parole chiavi, la conseguente immediata stesura dell’accordo contrattuale[3].

In questo caso, quindi, la tecnologia blockchain opera come un contenitore di informazioni che vengono veicolate, sulla base dell’esperienza pregressa e degli input dei professionisti, affinché la loro operatività si “srotoli” logicamente, accelerando il raggiungimento del risultato finale.

Chiarito quanto sopra dovrebbe essere ancora più semplice immaginare l’apporto che le blockchain potrebbe avere nel mondo delle procedure esecutive immobiliari, soprattutto nell’automatizzazione dei passaggi prodromici alla vendita dell’asset cauzionale (scrittura dei relativi contratti, delle transazioni e dei vari passaggi burocratici che precedono una compravendita immobiliare etc), visto che qualora correttamente applicate consentirebbero di realizzare quella a lungo auspicata riduzione dei costi e tempi processuali.

Resta il fatto che in Italia, per ora, è ancora difficilissimo registrare una transazione immobiliare su una blockchain, perché oggi prevale ancora la tradizione e lo scetticismo verso queste tecnologie di cui si conoscono ancora troppo poco i confini (nel dubbio si preferisce la certezza della carta e dell’autorità dei notai).

Nondimeno esistono degli ambiti in cui le blockchain vengono applicate al mondo delle esecuzioni, e precisamente:

  • la c.d. tokenizzazione, ovvero una tecnologia che permette di ratificare in maniera digitale le quote di proprietà. Prendiamo l’esempio di quote societarie di un soggetto che possiede un immobile: con la tokenizzazione questa proprietà si può frazionare in tanti titoli di proprietà completamente digitali, che ruotano su una blockchain, chiamati token, un po’ alla stregua del capitale delle SpA, che viene suddiviso in azioni. Ipotesi: 10 token= 1% del capitale.
  • una catalogazione digitale dei cespiti immobiliari in vendita forzosa. In questo caso sulla blockchain vengono registrati i dati relativi al patrimonio immobiliare soggetto ad esecuzione, così da avere uno storico relativo alle vicende giuridiche, finanziarie a urbanistiche di ciascun immobile. L’obiettivo è rendere lo strumento fruibile a soggetti pubblici, come i Tribunali, o anche privati, così da sfruttare il digitale per sburocratizzare e velocizzare tutti i processi e i passaggi amministrativi legati alle aste.

 

3. Blockchain e NPL: una nuova frontiera per la gestione dei crediti deteriorati

Le blockchain nel più recente presente hanno trovato applicazione anche nel mercato delle sofferenze bancarie.

In particolare, la blockchain, proprio per la sua estrema sicurezza e tracciabilità, potrebbe rendere estremamente sicura la vendita dei crediti deteriorati consentendo di gestire enormi volumi di NPL e agevolandone così anche lo smaltimento. Quanto più utile considerato che il mercato degli NPE sta cercando modi innovativi per gestire i suoi punti deboli che, se non risolti, non sosterranno la rapida crescita di volume dei prossimi anni (post crisi pandemica e bellica).

Una volta che le potenzialità delle blockchain saranno state pacificamente accolte (ed auspicabilmente attentamente e normativamente regolate) non dovrebbe essere difficile cogliere la portata della novità: le blockchain potrebbero, infatti, finalmente rendere più veloce tutta la burocrazia giudiziale ed essere così uno strumento essenziale per qualsiasi ambito, compresa la cessione dei portafogli di NPL.

Non è un caso, infatti, che la Banca Centrale Europea “Vigilanza Bancaria” in un report ufficiale sulle linee guida per le banche sui crediti deteriorati NPL del 2017 abbia dichiarato che: “Le piattaforme di transazione sono considerate come una possibile soluzione per l’alto volume europeo di NPL visto che hanno il potenziale di mitigare il numero di inefficienze evidenti nel mercato secondario”.

I security token[4], alimentati dalla tecnologia blockchain, rappresentano l’innovazione più dirompente nel mercato degli NPL, ed invero la caratteristica principale di questo strumento applicato al mercato NPL è che è supportato da un Asset Reale.

Evidenti sono i benefici che ne deriverebbero sia per i venditori che per gli acquirenti.

I venditori trarrebbero vantaggio dall’utilizzo della tecnologia sopra menzionata poiché potrebbero allargare la loro base di investitori ed accorciare la durata del processo di vendita, riuscendo a vendere un maggiore volume di NPL in minor tempo.

Dall’altro lato, chi compra può minimizzare i costi delle transazioni come anche quelli della due diligence. Infatti, l’utilizzo di una piattaforma blockchain agevola la gestione della documentazione necessaria per l’investimento.

Un altro potenziale beneficio – non meno importante – sarebbe la riduzione dei costi per l’entrata in questo mercato ad investitori più piccoli grazie alla tokenizzazione dei titoli (democratizzazione degli Asset dai ritorni medi alti).

 

4. Considerazioni finali: sfide e prospettive per il mercato legale

Sebbene sia difficile fare una previsione realistica e a lungo termine sull’effettivo impiego di queste tecnologie nel mondo reale quel che è sicuro è che l’evoluzione del mercato legaltech in Italia è in rapida espansione e la sua evoluzione dipende da due fattori:

  1. L’ esigenza di trovare dei driver istituzionali pronti a confrontarsi con il mercato UE ed internazionale e disposti a fungere da catalizzatori del cambiamento favorendo, non solo la promozione delle soluzioni legaltech, ma anche l’incontro tra diritto e tecnologia;
  2. il cambio di mentalità da parte degli operatori del diritto.

Gli studi legali, infatti, si devono convincere che investire in soluzioni legaltech non è solo una questione di marketing, ma è soprattutto un’opportunità di sviluppo che li renderà più efficienti e competitivi, automatizzando le attività più standardizzate da un lato, e permettendo all’avvocato di concentrarsi su task in cui la sua professionalità rappresenta il vero valore aggiunto dall’altro.

In quanto operatori del settore sappiamo bene quanto la digitalizzazione sia divenuto un fattore di valutazione fondamentale dell’efficienza di uno studio legale per quanto il dato generale racconti ancora di una certa ritrosia e decisa arretratezza di approccio alla digitalizzazione della professione[5].

Niente di più anacronistico in un tempo in cui la presenza virtuale si sta via via sostituendo a quella fisica. O meglio, la presenza fisica rimane indispensabile seppur non più sufficiente vista la velocità con cui si muove il mercato dei servizi, compresi quelli legali.

 

Avv. Livia Mannocchi

Partner MFLaw

Sede di Roma

 

Dott. Mirko Martini

Associate MFLaw

Sede di Milano

 

Il presente documento non costituisce un parere ed è stato redatto ai soli fini informativi dei clienti di MFLaw e dei lettori del Magazine di MFLaw. È proprietà di MFLaw e non può essere divulgato a soggetti differenti dal destinatario, senza una preventiva autorizzazione scritta.

 

[1] La blockchain è il nome dato alla tecnologia in grado di creare registrazioni tracciabili, chiare e sicure delle transazioni che gli utenti effettuano tra loro.

[2] Con smart contract ci riferiamo ad accordi digitali tra due parti che vengono adempiuti automaticamente, il che consente di ridurre sia le frodi che le non conformità legali. 

[3] Logicamente, affinché uno smart contract funzioni in modo efficace, è prima necessario definire bene i termini del contratto. In seguito, questi termini vengono trascritti nel codice del computer e incorporati nella rete che si attiva automaticamente quando arriva l’input necessario.

[4] Un security token è un titolo regolamentato, proprio come le azioni, ma la tecnologia blockchain garantisce una flessibilità molto maggiore; è possibile così offrire numerosi ed esclusivi vantaggi e funzionalità che non sono disponibili con i titoli tradizionali.

[5] La ricerca dell’osservatorio professionisti e innovazione digitale del 2021-2022 – a cui lo studio ha partecipato attivamente contribuendo all’elaborazione del dato della ricerca con il proprio track record – ha evidenziato proprio questa arretratezza di approccio evidenziando quanto in realtà siano proprio gli studi professionali legali ad essere quelli più scettici agli investimenti in IA. 

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